LA PRINCIPESSA

DEL LAGO



Di Stefania Bocchetta



Dedicato a Mirko,

fiore bellissimo

sbocciato per la gioia

del mio cuore.




Parte 1

LA PRINCIPESSA DEL LAGO


Faceva molto caldo, l’estate si faceva sentire in modo particolare quell’anno, ma Kathie arrampicata su di un grosso ramo della vecchia quercia, vicino al lago, sembrava troppo assorta nei pensieri per accorgersi d’altro. Da una settimana la fattoria della nonna, dove viveva oramai da otto anni insieme alla sorella Melissa, era letteralmente in subbuglio per l’arrivo imminente della Principessa Corinne e dei suoi nipoti: l’erede al trono Philip ed Alexander.

La nonna aveva messo all’opera tutti quanti comprese le nipoti, affinché tutto fosse a posto prima dell’arrivo degli ospiti e tutta la tenuta, comprese le stalle, doveva essere tirata a lucido.

Nonna Helen era una persona davvero straordinaria che sotto modi bruschi e severi nascondeva un’infinita bontà d’animo. Nonostante disponesse di abbondante servitù ai suoi comandi, amava trascorrere il suo tempo a riordinar la casa, cucinare e quando poteva raggiungeva i contadini nei campi. Fin dal loro arrivo alla fattoria, le due bambine avevano imparato a badare a se stesse e ad occuparsi della casa sotto lo sguardo vigile e severo della nonna. Kathie più tranquilla ed introversa della sorella minore, amò subito la vecchia fattoria, la sua gente semplice, i suoi angoli nascosti e si dedicava al proprio lavoro con passione. Melissa più irrequieta ed estroversa preferiva i giochi allo studio e al lavoro non sopportando la vita un po’ solitaria della fattoria. La loro infanzia non era stata molto felice: una madre troppo delicata di salute le aveva lasciate orfane un paio d’anni dopo la nascita di Melissa. La vita col padre era stata noiosa e senza affetto per le due bimbe che vedevano raramente il genitore, troppo preso dal lavoro. La nonna era l’unica persona che avesse dimostrato per loro un po’ di interesse e di affetto ma la vedevano raramente.

Kathie aveva sempre amato la fattoria dei nonni e accoglieva le rare visite che poteva far loro con immensa gioia. Alla morte del padre la notizia del trasferimento definitivo nella casa della nonna fu l’unica luce di gioia nel buio del dolore che circondava la piccola Kathe.

Da quando si erano trasferite alla fattoria, le due sorelle non avevano mai condotto vita mondana ben conoscendone tutte le regole di etichetta necessarie. Le uniche feste alle quali erano ammesse erano quelle che ogni anno coinvolgevano l’intera tenuta, quali la mietitura o la vendemmia.

Erano passati otto anni dal giorno del loro arrivo e dalle due minute e gracili bambine, nonna Helen aveva ottenuto due signorine amate e rispettare da tutti, delle quali andava orgogliosa.

La famiglia si fregiava di un titolo ducale di origine remote, ma la nonna non ne faceva uso ormai da tempo ed alla fattoria la chiamavano con rispetto la “padrona”.

Da una settimana tutti attendevano con ansiosa curiosità l’arrivo dei tre componenti la famiglia regnante sul piccolo Principato di Montalbania, la cui capitale era piuttosto distante dal modesto paese vicino al quale sorgeva la fattoria.

Kathie, a cavalcioni di un grosso ramo, ricordava la storia dell’amicizia tra la sua famiglia e i sovrani, così come quella mattina la nonna l’aveva di nuovo per l’ennesima volta, raccontata a lei e Melissa.

La Principessa Corinne era sorella di latte di nonna Helen e fin da piccole avevano diviso gioie e dolori insieme abolendo ogni distanza imposta dai titoli nobiliari. Crescendo erano rimaste amiche e l’amicizia non era venuta meno neanche quando entrambe andarono spose e Corinne salì sul trono. Anche i loro figli erano stati allevati dalla stessa balia ed erano cresciuti insieme mentre il nonno era diventato un valido collaboratore dei sovrani. Giunto il tempo della pensione i nonni si erano ritirati alla fattoria però nonostante la lontananza e gli impegni che le separavano, l’amicizia e l’affetto delle due donne erano rimasti ben saldi Kathie ricordava a malapena i due principini dopo otto anni di lontananza ma non aveva dimenticato i loro dispetti.

- Kathie! – chiamò Melissa e la ragazza scese rapida dalla quercia e raggiunse la sorella.

- La nonna ci vuole! - le disse – Sai, Kathie, non sembri molto emozionata per l’arrivo dei principi. Io invece muoio dalla voglia di vederli e voglio farmi bella per domani. Mi piacerebbe diventare Principessa!”-

- Non sognare troppo Melissa! Dovremo aiutare la nonna ricordalo. Lo sai che quando a trovarci qualche suo caro amico non vuole servitù intorno ma preferisce fare da sola e noi dobbiamo aiutarla! - le ricordò Kathie e Melissa sbuffò contrariata.

“A 15 anni pensa già a maritarsi!” pensò Kathie scuotendo il capo. Qualche volta anche lei ci pensava ma molto di rado, desiderava solo vivere alla fattoria, mentre un marito l’avrebbe portata lontano da ciò che amava.

La nonna le accolse sulla veranda, seduta sulla sedia a dondolo, il gatto sulle ginocchia e con le mani esaminava accuratamente le fragole che sarebbero servite per il pranzo del giorno dopo.

- La cena è quasi pronta!Sarà bene poi che andiate a letto presto questa sera perché domani dovrete svegliarvi all’alba, ci sarò molto lavoro da sbrigare! Ora se non avete niente da fare potreste studiare un po’, non voglio che facciate brutte figure, capito Melissa? - disse la nonna non distogliendo lo sguardo dalle fragole.

- Oh, nonna! E’ proprio necessario? -

- Temo di sì, piccola! Dovresti dare soprattutto un’occhiatina al francese e Kathie ti aiuterà. Su, andate ora! -

Tristemente Melissa s’incamminò verso la biblioteca seguita dalla sorella

- Uff, odio studiare le lingue! Il francese poi! - si lamentò Melissa.

- La futura Principessa di Montalbania non può parlare a gesti con gli ambasciatori stranieri! - la punzecchiò la sorella.

La nonna aveva una vera e propria mania per le lingue e desiderava che le nipoti sapessero intavolare una conversazione con chiunque. Kathie che le somigliava in molte cose, condivideva questa sua passione ma, Melissa, in contrapposizione alla sorella, la detestava, come non sopportava il coricarsi presto ed alzarsi prima del sorgere del sole.

All’alba comunque dovettero saltar giù dal letto e mentre Melissa si distendeva pigramente nella sua vasca da bagno, Kathie sellava il suo splendido stallone nero Nelson e, come ogni mattina, lo lasciava galoppare per la campagna fino al lago. Affamate, puntualissime si ritrovavano a tavola con la nonna per un’abbondante colazione prima di rimboccarsi le maniche.

Le sorprese per quel giorno però non sarebbero mancate e tre ore prima dell’arrivo degli ospiti, lo stalliere entrò di corsa in cucina dove la padrona e le ragazze preparavano la cena.

- Padrona! Cleopatra sta per avere il puledrino! – le annunciò trafelato.

- Melissa prendi un cavallo e corri ad avvertire il dottore! Tu, Kathie, vieni con me! -

Corsero fino alla stalla per assistere e aiutare la cavalla. Mentre nonna e stalliere davano una mano alla povera bestia sofferente, Kathie la coccolava carezzandole il muso ed il collo.

Quando finalmente tutto finì, Kathie era molto commossa: era la prima volta che la nonna le permetteva di assistere al parto di uno degli animali ed ora provava un senso di felicità e di commozione interiore mai provato prima di allora. La nonna si rese conto dello stato d’animo della nipote, le si fece vicino ed abbracciandola disse:

- So cosa provi perché, anche se ormai dovrei esserci abituata, questi eventi mi procurano sempre le stesse emozioni della prima volta. Sarà così anche per te. Sei stata molto brava! -

- Grazie, nonna. Ora però corriamo a cambiarci. Non possiamo ricevere i nostri ospiti così combinate!– esclamò ridendo

Fecero appena in tempo a cambiarsi ed a ridiscendere che giunsero gli ospiti tanto attesi.

- Helen, cara! – la salutò la Principessa e la nonna rispose con altrettanto entusiasmo all’abbraccio dell’amica – Helen, ti trovo benissimo. Lascia ora che ti presenti i miei nipoti, Philip e Alexander! – disse la Principessa.

- Sono due bellissimi giovanotti, degni nipoti della loro nonna! – si complimentò l’amica – Queste sono le mie ragazze, Kathie e Melissa -

- Anche loro sono cresciute e sono diventate due belle signorine. Bisogna trovar loro subito dei bei mariti! – scherzò Corinne complimentandosi.

- Oh, Altezza! Lei è troppo buona e generosa ma francamente ritengo che siamo troppo giovani per poterci maritare!- rispose gentilmente Kathie.

- Non essere troppo modesta ragazza mia e non devi chiamarmi Altezza! – l’ammonì la Principessa, Kathie si scusò mortificata e rossa di vergogna.

- La cena è quasi pronta. Potete andare a rinfrescarvi se lo desiderate. Melissa accompagnali nelle loro stanze, tu, Kathie, seguimi in cucina -

Durante la cena Melissa cercò di distinguersi, di farsi notare ed evitò accuratamente di aiutare la sorella in cucina. La nonna fingeva di non accorgersi della manovre della nipote ma, con occhio vigile coglieva ogni sua mossa. Kathie intanto non si curava della sorella, troppo preoccupata com’era affinché non mancasse nulla in tavola, dando dimostrazione involontaria di essere un’ottima padrona di casa.

Gli ospiti, dal canto loro, apprezzarono la gustosa cena preparata che non li obbligava fra l’altro, a sottostare alle rigide regole dell’etichetta.

Dopo cena si stabilirono tutti sulla veranda per gustare un po’ di fresco e chiacchierare prima di coricarsi. Le loro liete chiacchiere furono interrotte da una gaia musica che incuriosì gli ospiti.

- Helen, cos’è questa musica? – chiese Corinne.

- Oggi, prima del vostro arrivo, è nato un puledrino ed i contadini festeggiano l’evento. A proposito non gli abbiamo ancora dato un nome. Dal momento che è figlio del tuo Nelson, tocca a te Kathie, trovarne uno adatto – la invitò la nonna.

- Iago – sentenziò Kathie dopo un attimo di silenzio.

- Perché questo nome? – chiese Alexander incuriosito

- Perché è un impostore. Doveva nascere tra due giorni! – fu la risposta di Kathie che provocò un’allegra risata.

La nonna invitò tutta la compagnia a ritirarsi per dormire e riposarsi, chi del lavoro chi del lungo viaggio.

L’indomani mattina, benché fosse domenica e potesse dormire un’ora in più, alle 6 Kathie era già in piedi: aveva dormito molto poco durante la notte. Scese in cucina dove trovò la nonna e Rose, la cuoca, che preparavano la colazione ed il pranzo. La nonna le servì un’abbondante colazione senza porle domande inquisitorie.

- Scendo alle scuderie per dare un’occhiata al puledrino. Faccio anche sgranchire le zampe a Nelson, il neo-papà! – la nonna approvò e la lasciò andare. Due ore dopo scesero gli altri e le chiesero di Kathie.

- Oh, lei ha già fatto colazione! È in piedi già da due ore! – rispose la nonna. Dopo pochi minuti Kathie rientrò scusandosi per il ritardo.

- Abbiamo sorpreso un bracconiere nel bosco. Purtroppo aveva già ucciso due fagiani, il mascalzone, ma Red lo ha rincorso per un bel po’! – disse porgendo alla nonna un volatile.

- L’altro che fine ha fatto? –chiese Melissa.

- L’ho portato al guardiacaccia! –rispose Kathie.

- Ragazze, perché non accompagnate i miei nipoti a visitare la tenuta? – propose Corinne; i giovani accolsero con entusiasmo l’invito e seguirono Kathie che li condusse per prima cosa, nella scuderia per vedere i suoi amati cavalli.

- Questo è Iago e questo è suo padre Nelson che è anche il mio cavallo. Il migliore della scuderia, spero proprio di fare di suo figlio un altrettanto stupendo animale – disse Kathie a Philip che le stava sempre accanto sordo alle attenzioni che gli prestava Melissa.

- Io non ho ancora un cavallo mio perché non sono molto brava a cavalcare! – spiegò Melissa.

- Che ne dici Kathie di visitare la tenuta a cavallo? Alexander terrà compagnia a Melissa – propose Philip.

- Se Alexander non ha nulla da obiettare..- ed alla risposta affermativa del ragazzo Kathie scelse un cavallo per Philip e partirono al galoppo, sotto lo sguardo furente della sorella. Galopparono in direzione del lago scambiandosi impressioni sulla splendida giornata e sulla proprietà.

- Questo è il posto più bello e tranquillo di tutta la tenuta. È quello che preferisco! – disse Kathie appena giunsero in prossimità del lago. Spronò Nelson dirigendolo verso la grande quercia, superando Philip.

Giunta vicino all’albero si alzò sulle staffe lasciando le briglie ed afferrò un robusto ramo sul quale si issò agilmente.

- Ehi, dove scappi? – le chiese sorpreso Philip.

- Sei mai salito su di un albero? – gli chiese Kathie.

- No, mai! -

- Non sai cosa perdi! Il mondo da qua è molto più bello. Se potessi rinascere vorrei essere una rondine! L’inverno, quando il gelo e la nave ricoprono la terra, volerie alla ricerca del caldo, del sole per poi tornare quando verrà di nuovo l’estate. Farei il mio nido su questa vecchia quercia ogni anno e vivrei sempre qui, sulla riva del lago! -

Philip l’aveva ascoltata in silenzio, poi cercando di rendere meno seria quella confessione scherzò:

- Allora voglio farti un regalo. Non posso trasformarti in rondine ma posso nominarti “Principessa del Lago” ed un giorno potrai sposare un Principe come me, se lo vorrai! – concluse con tono più serio. Kathie non rispose assorta in qualche arcano pensiero.

- Guarda è caduto un piccolo passerotto! – le indicò Philip scendendo da cavallo.

- Passamelo, lo rimetterò nel nido – e Philip raccolse il piccolo uccellino e lo passò alla ragazza che iniziò un’agile arrampicata sulla quercia. Philip la vide scomparire nel fitto fogliame ed un po’ preoccupato rimase in attesa del ritorno di lei. Ad un tratto udì un rumore di rami rotti ed un grido turbò la tranquillità del silenzio, poco dopo Kathie piombò in acqua. Philip si portò sulla riva preoccupato ed attese che lei riaffiorasse ma di Kathie neanche l’ombra.

“Diamine! Non so neanche se sa nuotare!” pensò Philip e si gettò in acqua. Riapparvero poco dopo insieme e faticosamente si portarono sull’erba.

- Mi hai fatto prendere un bello spavento! Non sapevo se eri capace di nuotare! – la rimproverò Philip. Lei alzò il viso bagnato verso di lui cercando con le mani di nascondere lo strappo ai pantaloni.

- So nuotare benissimo ma ero rimasta impigliata in un ramo ed ho dovuto liberarmi, comunque grazie per essere corso in mio aiuto quasi subito! – rispose lei. Philip mortificato si associò alla risata allegra di Kathie. Quando entrarono in salotto gli altri li guardarono sorpresi non sapendo se ridere o preoccuparsi.

- Che diamine avete combinato? – chiese finalmente Corinne.

- Stavo rimettendo un passerotto nel nido quando il ramo si è spezzato e sono caduta nel lago. Philip si è tuffato per ripescarmi!- spiegò Kathie

- Ma tu sai nuotare benissimo! - osservò la nonna.

- E’ vero, ma lui lo ignorava! – rispose Kathie. Si misero a ridere mentre i ragazzi correvano a cambiarsi.

I giorni trascorrevano lieti per tutti, i giovani si divertivano moltissimo e Philip invitava spesso Kathie a fare una cavalcata fino al lago e ben presto, iniziò ad alzarsi alle 6 proprio per uscire a cavallo con lei, prima di colazione. Melissa era sempre nervosa quando la sorella era fuori con Philip, era gelosa e mal sopportava la predilezione di lui per Kathie.

In onore dei suoi nipoti nonna Helen decise di dare una festa alla quale invitò le persone più influenti dei dintorni. Era la prima festa mondana alla quale le due ragazze partecipavano e l’attesa fu febbrile.

- Sai Philip, ho molta paura! – confessò Kathie

- Paura di cosa? -

- Di fare brutta figura. Non ho mai partecipato ad una festa del genere e non so se ne sarò all’altezza! –

- Non devi temere nulla, invece! Sei bella, intelligente e riuscirai perfettamente. Poi hai me come cavaliere! –

- Ma non puoi! Sei il festeggiato e non puoi essere il cavaliere di una sola ragazza! – gli fece notare Kathie.

- Sarò il tuo cavaliere! – stabilì Philip.

La festa era grandiosa e la tenuta risplendeva di mille luci. Nonna Helen riceveva gli invitati con al fianco Lord Brussel, un vecchio amico di famiglia. Il salone era adornato con fiori multicolori ed il grande lampadario centrale disegnava, con le sue luci, strane macchie colorate sul lucido pavimento. In fondo al salone un’orchestra suonava anche se nessuno, per il momento, ballava. Kathie e Melissa avrebbero aperto le danze. Gli uomini in smoking o divisa si riunivano a gruppetti per discutere di affari o politica, le signore in lungo e ricoperte di gioielli risplendenti come alberi di Natale, ciarlavano e spettegolavano in attesa delle due ragazze.

La Principessa sopra l’abito lungo e nero indossava una fascia con i colori nazionali e lo stemma di famiglia. Philip ed Alexander indossavano le divise di gala dei rispettivi corpi d’armata: l’aviazione e la marina. La musica cessò all’improvviso, le due sorelle apparvero sulla sommità dello scalone. Erano bellissime: Kathie indossava un abito celeste a gonna larga, spalle scoperte ed i capelli biondi sciolti. Melissa in rosa con un abito simile a quello della sorella e con i capelli corvini sciolti anch’essa. Le due sorelle scesero lentamente e con grazia lo scalone giungendo quasi in fondo, quando, suscitando notevole mormorio, Philip ed Alexander si fecero loro incontro porgendo il braccio. I quattro giovani si portarono al centro del salone ed aprirono le danze, sulle dolci note di un valzer. Le due nonne li osservavano soddisfatte ed orgogliose e continuarono a seguirli con lo sguardo anche quando furono circondati dalle altre coppie. Philip e Kathie ballavano sorridendosi felici e dopo qualche ballo, il Principe la condusse in giardino.

- Sei la più bella Principessa del mondo – si complimentò il giovane facendola arrossire e continuò – Ho un grande desiderio, Altezza! -

- Parla e sarai esaudito! – disse con scherzosa solennità Kathie.

- Desidero baciarti! – ma non le lasciò il tempo di rispondere, baciandola dolcemente mentre il cuore di lei sembrava impazzire per l’emozione.

- Sarà bene rientrare! – propose Kathie cercando di contenere la propria emozione. Tornarono a danzare mentre il cuore le batteva impazzito per la gioia.

Il maggiordomo intanto si avvicinò alla padrona e le sussurrò sommessamente: -Padrona! La moglie di Connors sta per partorire e vuole voi. Le abbiamo detto della festa ma non vuole sentire ragioni! – - Dille che sarò da lei fra un minuto! – rispose e fece chiamare le nipoti quindi informò gli invitati.

- Signori, vi prego di scusarmi ma la moglie di un mio mandriano sta per avere un bambino e dobbiamo correre da lei. Voi potete comunque restare e divertirvi! -

Corinne ed i suoi nipoti vollero seguire Helen e furono in molti a disapprovare sia l’una che l’altra delle due donne, ma entrambe non se ne curarono e raggiunsero in fretta la casa dei Connors che li accolsero come una vera e propria benedizione del Cielo!

- Kathie, seguimi. Tu, Melissa resta con i bambini! – ordinò la nonna che però non riuscì a convincere Corinne a restare con Melissa. Kathie entrò con orgoglio nella camera da letto, felice che la nonna l’avesse scelta per la prima volta. Obbedì scrupolosamente agli ordini di lei per più di tre ore, finché finalmente giunse il grande momento. La signora Connors si dibatteva molto e Kathie, mentre le asciugava il sudore e le parlava dolcemente, non ricordava di aver mai visto una persona soffrire di più. Con uno sforzo terribile il bimbo nacque e dopo la sculacciata di nonna Helen, iniziò subito ad assordirle con i suoi strilli.

- Nonna! – gridò Kathie mentre cercava di tenere ferma la madre che aveva ripreso a dibattersi ed a lamentarsi.

- Ce n’è un altro! – esclama sorpresa Corinne e di nuovo aiutarono la donna a far nascere il gemello. Quando finalmente anche la bimba iniziò a piangere e fu lavata, profumata ed avvolta in una morbida coperta, la nonna la porse a Kathie.

- Su, va’ a presentarla al padre! – le disse.

Kathie era frastornata e profondamente turbata: aveva provato tanta pena per quella donna che si era dimenata per il dolore del parto, ma che poi aveva visto subito sorridere di gioia appena stretto a sé i suoi gemelli appena nati, come se la sofferenza di prima non fosse mai esistita. Prese la bimba fra le braccia ed entrò in cucina insieme a Corinne che reggeva il maschio, e sentiva il cuore riempirsi di tenerezza quando il padre prese fra le braccia robuste ma tremanti per l’emozione, i due piccolini. Erano tutti un po’ stanchi quando tornarono a casa dove gli ospiti se ne erano andati ormai da un pezzo.

- Va a riposarti, cara! Sarai sfinita – la esortò dolcemente Helen.

- Non potrei dormire nonna! Del resto è quasi l’alba e l’ora di far correre Nelson. Il tempo di cambiarmi e via! – rispose la nipote e la nonna la lasciò andare.

Come era silenziosa la campagna a quell’ora, così desolata ed abbandonata da tutti! Solo il tonfo sordo degli zoccoli di Nelson sul terreno, rompeva quella pace così profonda. Arrivarono fino al lago e, mentre il cavallo faceva colazione con l’erba fresca di rugiada, Kathie salì sulla grande quercia per ammirare lo splendido scenario che precedeva e seguiva la nascita del sole. Era triste per l’imminente partenza di Philip e con la sensazione che quella fine d’estate portasse qualcosa di brutto per lei.

Scacciò con rabbia quei pensieri funesti e fece ritorno a casa per consumare l’ultima colazione insieme a lui. Quando più tardi Kathie e Philip si ritrovarono al canile non riuscirono a parlare che a monosillabi.

- Domani mattina partirete presto! – iniziò Kathie mentre passava in rassegna le dozzine di cani e portando il discorso sull’argomento che più interessava entrambi.

- Sì, putroppo. Tra poco dovrò partire con Alexander per gli Stati Uniti, dove studieremo per due anni ma tornerò a prendere la mia Principessa del Lago, se mi aspetterà! – promise Philip e lei gli sorrise come a suggellare così quella promessa.

La partenza l’indomani fu dolorosa per tutti ma le promesse e le speranze per il futuro li sostenne. L’estate giunse al termine e l’autunno già annunciava il suo ritorno riempiendo il viale, il giardino ed ogni angolo di foglie ingiallite che, malinconiche cadevano dagli alberi, quando la nonna riunì le nipoti in salotto.

- Ho deciso che è bene per Melissa frequentare un collegio fino ai 18 anni! - annunciò

- Ed io nonna? – chiese Kathie

- Tu mi sei necessaria qui! - rispose

- Perché proprio io devo andare in collegio? – protestò Melissa.

- Perché tu non ami abbastanza questa terra, perciò dovrai farti un’istruzione degna dell’uomo che ti sposerà. Kathie non ha bisogno di collegi visto che i suoi studi sono ottimi anche qui! – le spiegò la nonna ponendo fine alla discussione. Kathie però non era felice: da un mese attendeva inutilmente notizie di Philip. Non riusciva a spiegarsi perché lui non le scrivesse: possibile che la lontananza gli avesse fatto già dimenticare la promessa? Lei sperava di no, ma il tempo passava mentre la speranza si affievoliva. Per Kathie però la vita aveva riservato altri dolori e prove difficili da superare. Melissa si trovava da un mese in collegio, quando nonna Helen si ammalò. All’inizio sembrò una semplice influenza, ma era già preoccupante in una donna che, come lei, non era mai stata malata. Il dottor Jansen faceva continue visite all’ammalata ma senza registrare miglioramenti. Kathie, seguendo gli ordini della nonna, mandava avanti la fattoria ma il terrore di dover perdere quella donna così importante per lei, le impediva di sentire la fatica del nuovo lavoro e delle molte responsabilità.

Una sera Kathie attendeva che il dottor Jansen concludesse la solita visita quando George, il maggiordomo, le annunciò che la padrona desiderava parlarle. Kathie timidamente entrò nella grande ed oscura camera da letto della nonna, la stessa dal giorno del suo matrimonio, dove era nato anche suo padre.

- Kathie! – la chiamò Helen.

- Sono qui, nonna! -

- Avvicinati cara, devo parlarti! – quando le fu accanto continuò – Cara figliola devo farti una confessione. È da tempo che sono malata, anche se ho cercato di nascondervelo. Ora è giunta la mia ora, anche se speravo di vedervi entrambe sistemate. Chiama Melissa affinché possa rivederla in tempo e non piangere, la padrona di queste terre deve essere forte e coraggiosa, per questo ho scelto te! -

- Oh, nonna, non mi lasciare! – la supplicò disperatamente Kathie.

- Non posso farci niente. Promettimi che avrai cura di tua sorella e della tenuta. La mia terra, la terra dei nostri avi ora è nelle tue mani! –

- Lo farò nonna! – promise Kathie respingendo le lacrime.

- Ora va’ e chiama tua sorella! -

Melissa tornò due giorni dopo appena in tempo.

Erano in salotto, sedute l’una di fronte all’altra in silenzio, davanti ad un caminetto ancora spento, quando il dottore entrò il volto cupo, cercando di trovare le parole adatte per iniziare il discorso.

- E’ morta? – chiese Kathie aiutandolo, lui annuì in silenzio e Melissa le si gettò fra le braccia in lacrime – componetela, tra poco arriveranno i vicini per visitarla. Fate in modo che tutto sia perfettamente in ordine! – comandò Kathie alla servitù in tono fermo che ricordava la nonna. Affidò la sorella alle cure del dottor Jansen, perché la calmasse, quindi raggiunse la scuderia, sellò Nelson e corse fino al lago. Sdraiata sull’erba con il viso fra le mani, lontana da sguardi indiscreti, Kathie poté finalmente dare libero sfogo al proprio dolore da giorni represso.

I funerali furono semplici come la nonna aveva stabilito, c’era molta gente che la conosceva e stimava e molti altri sconosciuti. Mancava solo la Principessa Corinne costretta a letto dal dolore immenso per la perdita di colei che amava come una sorella. Il testamento non riservò sorprese: la tenuta e tutti gli averi di famiglia spettavano a Kathie, mentre a Melissa fu assegnata una rendita generosa ed i gioielli della madre.

- Ora non occorre più che io torni in collegio! – osservò Melissa mentre Kathie la fissava sorpresa.

- Tonerai in collegio invece! -

- Non voglio tornarci! So io ciò che è meglio per il mio futuro! -

- Tu tornerai in collegio! – concluse Kathie con tono risoluto a chiudere una discussione che riteneva inutile, Melissa offesa fece le valige e tornò a scuola.

Come era grande la vecchia casa ora che gli invitati al funerale se n’erano andati e Melissa era partita! Grande, vuota e silenziosa!

- Padrona, devo accendere il fuoco e le luci? – chiese il maggiordomo.

- Sì, George, grazie. Inizia a far freddo – rispose tristemente ma il gelo era dentro di lei.

- Quest’inverno si preannuncia terribile – sospirò George.

- Lo so. Dovremo mettere da parte molte provviste per uomini ed animali. Domani fate chiamare il sovrintendente – Iniziava così la nuova vita di Kathie, una vita che la obbligava a dover provvedere al sostentamento di molte vite. Sapeva che non sarebbe stato facile ma era la sua vita e non ci avrebbe rinunciato neanche di fronte alla più grande delle difficoltà pur di viverla. Il mattino seguente Kathie non mancò al suo abituale appuntamento mattutino con Nelson, ma subito dopo colazione arrivò il sovrintendente per discutere le nuove disposizioni per fronteggiare l’inverno.

- Accomodatevi, signor Rogers! – disse indicandogli la poltrona di fronte alla scrivania nell’ufficio che era stato della nonna. – Vi ho fatto chiamare perché ho alcuni progetti che intendo esporvi e sui quali voglio il vostro parere, sicuramente più esperto del mio. Intendo destinare il campo Nord come provvista di foraggio per il bestiame; il campo della Torre che invece produce dell’ottima erba, a pascolo. Dobbiamo invece procurarci altre provviste per l’inverno, quelle che abbiamo non sono sufficienti! – Kathie tacque e fissò il signor Rogers che sembrò riflettere, poi iniziò:

- Sono d’accordo con lei! Abbiamo avuto una buona annata ed abbiamo immagazzinato molte scorte ma comunque è bene aumentarle, è più prudente – assentì.

- Dovremo anche costruire una stalla più grande, abbiamo avuto molte nascite quest’anno. Ritengo che potremmo costruirla dietro a quella vecchia che, con un opportuno rafforzamento del tetto, potremo usare come magazzino o per qualsiasi altra necessità! – propose Kathie.

- Darò subito l’ordine per l’acquisto dei materiali – rispose Rogers.

- Bene allora potete andare – Uscì anche lei, ed in groppa a Nelson, seguita da Red, fece un giro per i campi per parlare con i contadini e rendersi conto dei vari problemi esistenti. Nel Campo Ovest era iniziata la semina e Kathie si fermò ad osservare gli uomini che, con gesti rapidi, gettavano nei solchi le sementi salutandola con un rispettoso cenno del capo. Nei campi accanto, alcuni braccianti liberavano il terreno dalle canne di granturco ormai secche, mentre altri seminavano avena e segale e tutti salutavano con discrezione la nuova padrona. Fece una galoppata fino al nuovo frutteto dietro casa e si avvicinò ai contadini.

- Vedrà, signorina, quanta bella frutta avremo l’anno prossimo! – la rassicurò uno di loro.

- Preparate bene il terreno e ne avremo senza dubbio molta! – rispose lei.

- Signorina, scusi se mi permetto ma avrei bisogno di un favore – continuò l’uomo timidamente.

- Coraggio, Sam, parlate! Avete bisogno di qualcosa? – lo esortò.

- Temo che il tetto della mia casa non reggerà quest’inverno! – disse alla fine il contadino.

- Appena arriverà il materiale per la stalla vi farete aiutare da qualcuno e riparerete la casa dove necessita – stabilì la giovane.

L’inverno arrivò e come era stato previsto fu subito terribile. Kathie aveva deciso di dimenticare una volta per tutte Philip e quell’estate, ma nelle sue sere solitarie, seduta davanti al camino acceso, la mente volava lontana ed i ricordi le si affacciavano alla mente ed era inutile tentare di scacciarli, tanto quanto chiedere al temporale, che infuriava fuori, di placare la propria ira.

- Signorina, un fulmine è caduto sul vecchio olmo ed un ramo è caduto sulla casa dei Neskins, rompendo il tetto! -

Kathie scattò in piedi furiosa contro se stessa per non aver fatto abbattere il vecchio e secco olmo, e per essersi lasciata sorprendere dai ricordi dimenticando la sofferenza degli altri.

- Fateli venire qui! Abiteranno nell’ala sud della casa finché la loro non sarà riparata! - ordinò

- Qui, signorina? – chiese stupito George.

- Certamente! A cosa serve una casa così grande ad una persona sola? -

- Bene, vado a chiamarli! – disse George

- Aspettate, vengo con voi! – disse Kathie infilando l’impermeabile.

A nulla valsero i rimproveri del povero George, la ragazza uscì con Rogers sotto quel diluvio per provvedere allo sfollamento dei Neskins ed al salvataggio delle loro cose. Fece quindi il giro delle altre famiglie per assicurarsi del loro stato e furono in molti a trovare riparo nella grande casa, mentre gli altri furono riforniti di viveri e coperte in abbondanza. La bufera passò, i danni furono riparati in fretta ed il lavoro riprese sereno. Le feste di Natale erano alle porte e tutta la tenuta sentiva nell’aria la magica atmosfera che le precedeva.

Melissa annunciò il suo ritorno con un gruppo di amici, notizia che dispiacque a Kathie che non amava avere estranei per casa. Tutta la villa comunque fu addobbata a dovere e George scelse nel bosco il bello degli abeti. Kathie preparò i doni per le famiglie che lavoravano nella tenuta e riunì la servitù per preparare il necessario per accogliere gli ospiti.

- Mi dispiace darvi tanto lavoro per Natale ma mia sorella ha invitato un paio di amici suoi ch trascorreranno le feste qui con noi. Dovremo accoglierli come si deve perciò diamoci da fare. La casa va lustrata da cima a fondo. Per quanto riguarda la cucina, mi affido a lei signora Roper. Non dovrà mancare nulla, ma nulla dovrà andare sprecato! -

Naturalmente Kathie fu la prima a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare. Tre giorni prima di Natale giunse a rallegrare ancora di più la fattoria, un nuovo vitellino. Kathie aiutava la povera bestia a dare alla luce la propria creatura, quando il garzone entrò nella stalla gridando:

- Padrona! Padrona, è arrivata la signorina Melissa con i suoi amici! -

- Chiudi quella porta, per tutti i demoni dell’inferno! Non vedi che questa bestia sta partorendo? – gli gridò e poi con più calma riprese – Dille che quando avrò finito sarò da lei e se non le va bene, puoi dirle che la prossima volta farà bene a tornare il giorno stabilito. Ora va e chiudi quella dannata porta! -

Quando un’ora dopo Kathie rientrò in casa, Melissa lasciò gli amici in salotto e la seguì sullo scalone alquanto furiosa ma non disse nulla finché la porta della stanza da letto della sorella non si chiuse alle loro spalle.

- Ti sembra questo il modo di comportarti con i miei ospiti? Non ti sei nemmeno degnata di salutarci preferendoci la stalla! -

- E tu? Sei arrivata con due giorni di anticipo e senza avvertire. Avevi detto che portavi due amici e arrivi con quattro. Ti sembra di aver agito bene? -

- Non immaginavo che li avresti trattati così. Se lo avessi saputo non li avrei invitati di certo! -

- Senti, Melissa, stamani mi sono alzata alle 4, ho avuto un sacco di lavoro da sbrigare, un sacco di problemi da risolvere. Bess, il cane da tartufo, ha partorito due cuccioli e poi è arrivato il vitellino. Sono stanca e voglio farmi un bagno caldo, cambiarmi, cenare, rilassarmi ascoltando buona musica davanti al caminetto e coricarmi. Non ho voglia di discutere e tanto meno di litigare con te quindi, chiudi il becco e lasciami in pace, chiaro? – concluse Kathie risoluta e lasciò che Melissa uscisse sbattendo la porta.

La cena fu silenziosa da parte di Kathie ma, in compenso, Melissa ed i suoi amici, non curandosi dello sguardo accigliato della padrona di casa, facevano un chiasso che avrebbe fatto rigirare nonna Helen nella tomba! Lei aveva sempre imposto il silenzio a tavola, al massimo una conversazione ben educata.

- Oh, Kathie! Sapessi come mi piace quella scuola! Ho conquistato un sacco di amici! – esclamò entusiasta Melissa.

- Io so solo che frequentare quella scuola ti ha fatto dimenticare le buone maniere, tesoro! – osservò aspra Kathie.

- Signorina, i signori Connors desiderano parlarle! -

- Fateli entrare, George – ordinò Kathie alzandosi. I due contadini entrarono con la gemella nata quell’estate e salutarono la giovane donna ed i suoi ospiti.

- Scusate il disturbo, signorina, ma dobbiamo recarci in città dal nostro figlio maggiore e non possiamo portare con noi la bimba. Non è ancora abbastanza forte dopo l’influenza e se poteste affidarla a persone di vostra fiducia… - le spiegò il contadino.

- La terrò io, non preoccupatevi. La piccola Helen starà con me fino al vostro ritorno e non disturberà affatto. George fate preparare la stanza accanto alla mia, la bimba dormirà lì – ordinò Kathie.

I genitori della piccola la ringraziarono calorosamente e se ne andarono tranquilli. Kathie prese la piccola fra le braccia e la portò in salotto. Si sedette sulla sedia a dondolo della nonna, un disco di Mozart che spandeva una dolce melodia e la bimba che le si appisolava fra le braccia, le restituirono un po’ d’antica serenità. Kathie cullava la piccola teneramente facendo oscillare lentamente la sedia quando la musica si interruppe per ricominciare quasi subito, con un ritmo indiavolato che spaventò la bambina.

- Che diavolo combini? – gridò Kathie alla sorella che ballava con gli amici e affidando la bambina alle braccia di uno stralunato George che la portò in un’altra stanza.

- Ho messo su un po’ di musica moderna. Qui sembra un mortorio e tu più rimbambita ed ammuffita di nonna Helen buon’anima! – rispose ridendo Melissa.

- Fila in camera tua e restaci finché non mi farai le tue scuse! – ordinò Kathie a Melissa duramente e la sorella, sorpresa, salì nella sua stanza, mentre l’altra con calma, prese il disco e si volse verso gli ammutoliti ospiti.

- Questo suppongo sia vostro, signori! Bene, ve lo rendo ma se sentirò ancora una volta questa roba rumoreggiare in questa casa, vi sbatto fuori tutti quanti! -

- A quanto pare le buone maniere non sono di casa qui! – osservò uno di loro – Si usa maltrattare gli ospiti! -

- Ospiti? Ho avuto modo di osservarvi signori e signorine, ed ho più stima dei miei cani che di tutti voi messi insieme. Siete arrivati qui con la presunzione di fare vostri comodi, ma questa è casa mia e si fa a modo mio – replicò Kathie per niente intimorita.

- E se non fossimo d’accordo? – chiesero i ragazzi.

- La porta è quella! Buonanotte, signori! -

Maestosa come una regina si diresse verso lo scalone e leggera, con grazia lo salì e raggiunse la propria stanza. Il mattino seguente, alle 8 in punto, Melissa ed i suoi amici si accomodarono a tavola per la colazione ma Kathie non era ancora tornata dalla sua cavalcata mattutina. Rientrò poco dopo sorridente, dimentica forse della discussione della sera precedente, l’accompagnava Lord Brussel.

- Scusate il ritardo! – disse Kathie facendosi aiutare da George a togliersi gli stivali – Ho trovato tracce di bracconieri nel bosco e subito dopo colazione dovremo cercare eventuali trappole o animali feriti. Tornando ho incontrato Lord Brussel. La prego mylord di unirsi a noi per la colazione -

- Conoscendo la bontà della vostra cucina non posso rifiutare il tuo invito! – rispose l’anziano Lord – Più tardi però desidero parlare con te – Kathie annuì.

Finita la colazione scappò via diretta al canile dove scelse i segugi migliori ed insieme a Rogers ed al guardiacaccia, s’inoltrarono nel bosco. Era uno scenario fantastico a vedersi: gli alberi erano ricoperti di neve e di ghiaccio ed i loro rami si piegavano fino quasi a spezzarsi. Camminava affondando i piedi nella fresca e soffice coltre, il fucile sotto il braccio ed il fedele Red, un bullmastif dal pelo fulvo, con il muso nero, che con fatica, tratteneva al guinzaglio e la trascinava seguito dagli altri cani. Kathie procedeva attenta, con gli occhi fissi sulla neve la quale poteva nascondere qualche trappola insidiosa o le tracce di un animale ferito.

- Dividiamoci! Ricordate due colpi di fucile se scoprite qualcosa, tre se siete in pericolo! – ordinò Kathie. Proseguì con Red per un altro po’ finché il cane iniziò ad agitarsi come se avvertisse la presenza di qualcuno ma Kathie non era ancora in grado di saperlo.

- Cosa c’è piccolo mio? Hai sentito qualcosa vero? Un bracconiere forse. Bene, gli prepareremo una bella accoglienza, vero amico mio? – Red sembrava capire le parole della giovane padrona e le stava vicino come per proteggerla assaporando con gioia le sue dolci carezze. Proseguirono con cautela finché scoprirono le orme di un animale ferito che lasciarono Kathie perplessa.

- Sembrano le tracce di un cane! Non può essere dei nostri, non ne mancano alla fattoria e mi pare assai strano che ne sia entrato uno nella riserva! -

Avanzarono ancora mentre Red si faceva sempre più irrequieto tanto che Kathie non riuscì a trattenerlo. Lo inseguì correndo e quando lo ebbe raggiunto per poco non le prese un colpo: steso lì, sulla neve macchiata del suo stesso sangue, al limite delle proprie forze, giaceva un lupo bellissimo.

- Buono, Red! Vieni qui da bravo. Non spaventarlo! – disse Kathie accarezzandolo. Si avvicinò piano piano allo stupendo animale sofferente, cercando di tranquillizzarlo finché lo raggiunse e constatò che aveva una brutta ferita alla zampa destra anteriore. Continuò ad accarezzare il lupo mentre sparava i due colpi di fucile per avvertire i compagni. I due uomini arrivarono di corsa con i cani e rimasero di stucco nel trovare la padrona intenta a coccolare il lupo, che le si strofinava addosso come un docile cagnolino.

- E’ una femmina e deve avere i cuccioli qua attorno. È ferita alla zampa ed ha bisogno di cure. Stern, lei devo tornare alla fattoria per prendere una slitta ed intanto manderà a chiamare il dottore: lo voglio trovare lì per il nostro ritorno. Noi cercheremo i cuccioli mentre Red baderà al lupo! – concluse rivolta a Rogers.

Chiamò Frida, un bellissimo Gran Blue di Guascogna che si mise ad annusare palmo a palmo il terreno intorno. Non dovettero andare lontano per trovare i due teneri cuccioli che, timorosi, accettarono le carezze di una Kathie che la gioia di quella scoperta aveva fatto tornare bambina. Tornarono dalla lupa con i suoi piccoli ed attesero con impazienza l’arrivo della slitta. Giunti alla fattoria, il veterinario si prese cura dell’animale, rassicurando la ragazza sulla pronta, ma un po’ lunga guarigione e Kathie raggiante più che mai, uscì dalla vecchia stalla per informare la sorella.

- Melissa! Pensa, avevamo dei lupi nel bosco e non lo sapevamo! – le disse soddisfatta.

- Sai che allegria! Dovremo vivere con il terrore che ci sbranino! – commentò.

- Ma che sciocchezze dici? Nessun animale ti farà del male se lo si tratta con rispetto e amore e tanto meno un lupo. Forse tu sei rimasta alla favole della nonna e non ti sei accorte che streghe, gnomi e fate non esistono, come non esiste il principe azzurro! – le fece notare con amara ironia. Andò quindi ad occuparsi della piccola Helen e dopo pranzo si ritirò nello studio con Lord Brussel.

- Bene, mylord, volevate parlarmi quindi approfittatene, ora o mai più – scherzò Kathie.

- Tua nonna aveva molta stima in me e mi confidava spesso i suoi progetti. Durante l’ultima festa per esempio, fra le tante cose, mi accennò al suo desiderio di trovarti un marito – iniziò il Lord

- Non me ne ha mai parlato! – osservò imbarazzata

- Ho riflettuto molto sul fatto che abbia espresso proprio a me questo suo desiderio. Forse pensava di unire le nostre famiglie e le terre con un matrimonio! – le fece notare Lord Brussel

- Mylord, non so quali fossero le intenzioni di mia nonna su tale argomento ma attualmente, sono troppo occupata per pensare al matrimonio ed ho troppi uomini dei preoccuparmi, senza doverne aggiungere un altro. Vi assicuro comunque, caro Lord Brussel, che se il pensiero del matrimonio verrà a turbare i miei sonni, ve lo farò sapere – concluse Kathie con voce amabile ma decisa a concludere il discorso e per esserne sicura, uscì per raggiungere la sua gente al lavoro. Al suo ritorno Lord Brussel era partito lasciandole i suoi saluti e le sue scuse; Kathie tirò un sospiro di sollievo. La cena fu silenziosa come il passaggio in salotto per l’ascolto di un po’ di musica, fino all’ora di andare a letto.

- Kathie! – la ferò Melissa – Non ti ho ancora chiesto scusa per quanto è accaduto -

- Le tue scuse sono accettate, ma è ora che tu cresca ragazza mia. Da domani verrai con me, anche i tuoi amici, se lo desiderano, potranno venire. Incominceremo con lo stringere amicizia con i lupi! – annunciò Kathie e Melissa acconsentì – A proposito per le 6.00 in cortile! -

Furono tutti puntuali nonostante il buio ed il freddo di fuori, in confronto al tepore dei propri letti ma la giornata si presentava troppo emozionante.

- Bene, vedo che ci siete tutti! Sono contenta! Ora andiamo a vedere cosa combinano i lupacchiotti e la loro mamma, poi faremo di nuovo un giro per il bosco con i cani! – annunciò Kathie.

- Avete dei cani? – chiese entusiasta un ragazzo

- Certo! Abbiamo 21 razze diverse! – spiegò Kathie

I lupacchiotti e la loro mamma stavano bene e Melissa riuscì a vincere la propria paura lasciandosi trasportare dalla tenerezza. Il giro della tenuta riscosse l’attenzione della giovane che per la prima volta si mostrava interessata delle condizioni della proprietà

- Hai fatto far notevoli progressi alla fattoria! – constatò Melissa soddisfatta.

- Vedrai a Primavera che splendore! – le assicurò la sorella

-Tornerò per quel tempo, prometto. Ami molto questa terra e la nonna ha fatto bene a lasciarla a te! – - E’ anche tua ed un giorno imparerai ad amarla ne sono certa – la tranquillizzò

La colazione fu accolta con vero piacere e sembrò ancora più buona, forse perché erano più affamati

- Io sono sicura che i tuoi amici gradirebbero venire con noi nel bosco e ce li porteremo in slitta! – propose Kathie e gli altri accettarono all’unanimità con grande entusiasmo – George, fate preparare le slitte! -

Infagottati dalla testa ai piedi partirono a bordo delle slitte per raggiungere il bosco. Una volta arrivati, lasciarono i tre uomini della fattoria di guardia mentre i ragazzi s’inoltrarono con tre cani, il guardiacaccia e Kathie armati alla testa del gruppo

- Che genere di animali ospitate? – chiese Ken, quello che sembrava il più interessato

- Diverse specie. Laggiù, per esempio, c’è una caverna che ospita una famiglia di orsi bruni. La femmina avrà dei piccoli. Li conosco bene e non sono i soli orsi, spesso vengono in Primavera, quando il ghiaccio si scioglie, lungo le rive del fiume o del lago, nei luoghi più selvaggi, per bagnarsi. Poi abbiamo animali da pelliccia, roditori, cinghiali, daini, cervi e caprioli. Fra gli uccelli ospitiamo strolaghe, cormorani, aironi, ogni tipo di volatile acquatico – rispose Kathie

- E’ un vero zoo! – esclamò l’altro ragazzo

- No, non è uno zoo ma una riserva naturale dove tutti possono essere ammessi, tranne i bracconieri! – lo corresse Kathie

Anche il bosco li entusiasmò e la giovane padrona di casa fu un’ottima guida ed una fonte inesauribile di notizie e curiosità

Il giorno di Natale, la villa splendeva di mille luci, come il grande abete e come quest’ultimo, era ricca di addobbi. Melissa approvò la decisione di Kathie di regalare degli oggetti utili alle famiglie dei dipendenti ed insieme, il giorno della vigilia, li distribuirono. La mattina di Natale era permesso dormire un po’ di più ma né Kathie né Melissa ne approfittarono, preferendo alzarsi alle prime luci dell’alba per dedicarsi alla preparazione dei dolci. Si ritrovarono qualche ora dopo con gli amici per la prima colazione abbondantissima

- Bene, ora che siamo rimpinzati in abbondanza, passiamo in salotto. Ci aspettano i regali! – li invitò Kathie seguita dagli altri guidati dalla curiosità. C’erano regali per tutti ma il più bello fu quello che Kathie fece alla sorella

- Tieni, Melissa, è per te! Spero di avere indovinato i tuoi desideri. So che ami molto questo tipo di regalo – le disse porgendole un pacchettino rosso molto elegante

- La collana di perle della nonna! Ma è tua! La nonna l’ha lasciata a te con tutti gli altri suoi gioielli! – disse sorpresa Melissa

- Lo so ma so anche che tu l’hai sempre desiderata ed io, te la regalo. Sono sicura che la nonna approverebbe! –

- Oh, Kathie non lo merito! -

- Poche storie! – brontolò la sorella allacciandole la stupenda collana. In tutta la tenuta si respirava aria di festa ed i ragazzi potevano assaporarla in ogni angolo di essa. Uscirono per costruire un simpatico pupazzo di neve e poi, ragazzi contro ragazze, improvvisarono un’appassionante guerra combattuta fino all’ultima … palla di neve! Naturalmente vinsero le ragazze! Tutto quel movimento accese loro l’appetito ed onorarono, con straordinaria avidità le pietanze preparate per il pranzo natalizio

Anche il pomeriggio trascorse velocemente sciando, slittando o addirittura, rotolando sulla neve e Kathie si divertì a terrorizzare gli ospiti lottando, per gioco, con un alano. Fu una giornata straordinaria, serena, piena di gioia e di allegria come da mesi non se ne vivevano alla fattoria. La conclusero davanti al camino mangiando succose arance e ascoltando carole natalizie

- Non gettare la carta che avvolge le arance, Annika! Gettala sul fuoco. Se si alza nell’aria, ti porterà fortuna! – consigliò Melissa all’amica

- E’ tardi! Vado a dormire, buonanotte! - disse Kathie alzandosi e gli ospiti seguirono il suo esempio dopo pochi minuti

Era già da due ore circa che la casa era immersa nel buio e nel silenzio, quando Kathie, che non riusciva a dormire, decise di scendere in cucina per bere un bicchiere di latte caldo. Uscendo nel corridoio si stupì nel notare ancora la luce accesa nella stanza della sorella, una debole luce che la preoccupò. Bussò leggermente per non svegliare gli altri e all’invito della sorella, entrò. Melissa era in piedi davanti alla finestra del balcone aperta, uno scialle sulla vestaglia da camera, i capelli neri sciolti

- Che cos’hai? Perché non dormi? – le chiese Kathie

- Pensavo al nostro Natale senza la nonna. Mi manca da morire, sai? Pensavo anche che è molto tempo che non ci frequentiamo noi due. Ricordi? Da bambine litigavamo sempre ma eravamo molto unite, col tempo purtroppo ci siamo allontanate. La vita rende gli uomini perfidi, meschini, pronti a fare del male ingiustificato a chi li ama. Ho sempre creduto che la nonna ti preferisse, che tu fossi il suo “tesoro”, bella, buona, brava nello studio, legata a questa terra come lei. Io invece mi sentivo la “pecora nera” dimenticata da tutti in famiglia. Vi ho odiate, come ho odiato anche questo posto! Solo ora so di essermi sbagliata. Col mio atteggiamento vi allontanavo sempre più – una lunga confessione che Kathie ascoltò con un’espressione di muto e doloroso stupore

- Mio Dio, Melissa! Se avessi solo immaginato! Mi rendo conto che non ti conosco affatto malgrado tutto il tempo vissuto insieme! La nonna ed io abbiamo commesso dei gravi errori ma ti abbiamo amata molto. Questa casa è la nostra casa, mia e tua. Io l’amo molto ma ora so che anche tu l’ami, come tutto ciò che la circonda! Quella là fuori è la nostra vita, il nostro mondo, la nostra gente Melissa, mia e tua, capisci? Noi apparteniamo ad essa! -

- Tutto questo è tuo, Kathie. La nonna lo ha lasciato a te … -

- Perché credeva che tu non lo volessi ma, se vuoi, sarà anche tuo! Insieme possiamo fare grandi cose e la fattoria potrà diventare più bella che mai ma ho bisogno di te. Ti sto chiedendo di restare, Melissa – la sorella la guardò sorpresa

- Sei tu che devi stabilire se devo o non ripartire. Non devi chiedermelo ma ordinare, sei la padrona! – le fece notare Melissa

- Non più. Da questa sera posso solo chiederti qualcosa. Ora puoi decidere da sola, Melissa, vuoi restare? -

- Sì, lo voglio Kathie! Oh, sapessi quanto l’ho desiderato in questi mesi! – si abbracciarono felici

- Questo è il regalo più bello! Ora rientriamo o ci prenderemo un malanno! – le consigliò Kathie – Sarà bene coricarci. Domani la nuova padrona dovrà conoscere tutto e tutti -

Il mattino seguente cavalcarono insieme per prepararsi alla giornata che le attendeva; al loro rientro Kathie ordinò a George di riunire la servitù e di suonare la campana per riunire i dipendenti. Fecero colazione con gli amici e poi diedero l’annuncio a tutta la tenuta

- Da oggi la fattoria avrà due padrone: Kathie e Melissa Spencer Davis! – seguì un breve silenzio che preoccupò Melissa, timorosa di essere rifiutata, ma non fu così. L’esplosione delle grida festose dissipò ogni timore. Le due sorelle, con gli amici, salirono a cavallo per il solito giro della campagna che Kathie abitualmente faceva da sola, ma questa volta giunse più lontano, portando gli ospiti fino al confine sud della proprietà che culminava in cima ad una collinetta

- Guarda laggiù, Melissa! – disse Kathie indicando una vasta distesa pianeggiante coperta da un’immacolata coltre bianca

- La valle del Syn! – osservò Melissa senza capire

- Sì, la valle del Syn col fiume che scorre laggiù. Sai cosa ci vedo io fra qualche mese? Tanta erba fresca, tenera e buonissima con una numerosa mandria di bovini che pascolano placidi al sole. A tratti invece ci vedo i nostri cavalli, sono un po’ indecisa! -

- Ma, Kathie, quella valle appartiene agli Stanford! – le fece notare la sorella

- La nonna diceva che il denaro liquido va investito e noi lo faremo comprando quella valle. D’altra parte gli Stanford hanno bisogno di denaro! Che ne pensi? -

- Devo ancora imparare ma l’idea mi piace! -

Iniziarono il nuovo anno facendo progetti per il futuro, discutevano insieme come trattare un terreno o come occuparne un altro e Melissa, con l’insegnamento della sorella, imparava rapidamente e la loro vita trascorreva serena. Da qualche giorno però Kathie aveva notato un mutamento nella sorella che era tornata ad essere un po’ scostante e chiusa in se stessa. Quel giorno poi c’era stata una gran mole di lavoro da svolgere ed erano entrambe più stanche del solito, perciò Melissa si alzò dalla sua poltrona accanto al camino per coricarsi. Era pallida e si reggeva con fatica, seguita dallo sguardo preoccupato della sorella

- Ti senti bene Melissa? -

- Sono solo un po’ stanca – ma non fece che pochi passi verso la porta, che crollò priva di sensi sul pavimento

- George! – chiamò Kathie soccorrendo la sorella

Il maggiordomo la aiutò ad alzare la giovane ed a distenderla, poi corse a cercare qualcuno da mandare dal dottor Jansen. L’anziano medico visitò accuratamente Melissa che intanto aveva ripreso conoscenza e si era coricata

- Dottore, è come temevo? – chiese, il medico annuì – Se non le dispiace vorrei dirlo io a Kathie. Per favore la faccia entrare! -

Kathie attendeva preoccupata davanti alla porta chiusa della camera da letto della sorella, con l’ansia che andava aumentando minuto dopo minuto. Finalmente la porta si aprì ed il dottore la invitò ad entrare

- Kathie, Melissa vuole parlarti! – le annunciò e la ragazza iniziò a presagire qualcosa di terribile

- Che cosa c’è? – chiese tanto per sbloccare la tensione

- Kathie, io, aspetto un bambino! – lo sguardo di Melissa frugava un quello della sorella per capire i sentimenti di lei, ciò che lei sentiva in quel momento

- Quando è accaduto? – le chiese Kathie con un filo di voce

- Due mesi fa. Ero a scuola quel fine settimana quando fui invitata ad una gita. Lui mi disse che c’erano altri ragazzi, amici suoi, invece scoprii che mi aveva mentito. Nonostante ciò mi sentivo lusingata perché, la Melissa di allora, era stata la prescelta fra tante ragazze e poteva rivalersi anche su di te! - - Su di me? – si stupì Kathie

- Sì perché lui ti aveva corteggiata facendomi ingelosire e soffrire per molto tempo -

Kathie ora scrutava dalla finestra chiusa la notte che circondava di silenzio la casa. Melissa attendeva la domanda che più temeva, sapendo che la sorella aveva capito e sapeva anche che le avrebbe rivolto quella domanda nella speranza di una risposta che le rendesse sollievo al cuore, ma doveva dirle la verità.

- Chi è lui? – la domanda era arrivata

- Philip! – Povera Kathie, il mondo le crollava addosso e Melissa sapeva di aver perso il suo amore fraterno. Kathie si diresse lentamente verso la porta, inutili furono i richiami della sorella: appena fuori la giovane si lanciò in una corsa sfrenata verso il lago. Faceva freddo in quella notte di fine Febbraio, con la neve che ricopriva la natura intorno allo specchio di acqua, ma Kathie benché non avesse il mantello, non avvertiva il gelo della notte. Sembrava giorno, il lago risplendeva sotto i raggi argentei della luna piena. Kathie non piangeva, era raro che lo facesse, ripensava invece all’estate scorsa, passata con la nonna e Philip. Aveva il loro amore la Principessa del Lago, mentre ora non aveva più niente, solo il ricordo di quell’estate e di tanti mesi trascorsi nell’angoscia e nella speranza di una sua, anche breve, notizia. Sentì ad un tratto un rumore come di arbusti scossi ed un ansimare affannoso. Non aveva paura, era fra cose ed esseri che amava e non potevano farle del male perché si appartenevano gli uni agli altri. Sentiva quel qualcuno avvicinarsi e lei lo aspettava calma, impassibile: era malata di solitudine e chiunque andava vagabondando solitario in una notte come quella, doveva essere malato di solitudine come lei!

- Red! – lo splendido bullmastiff fulvo era sbucato dall’oscurità notturna improvvisamente, annusando il terreno intorno in cerca della padrona. Appena la udì, alzò il muso ansioso e sbuffante e con un guaire festoso le corse incontro. Le manifestava la sua gioia, il suo affetto saltandole intorno, leccandole le mani, accostando il suo muso al viso di lei che lo accarezzava

- Bravo il mio Red! Bravo! – e lui come se capisse, si scatenava sempre più – Guarda, Red! Un capriolo! Non spaventarlo! -

Il capriolo si fermò un attimo poi tornò nel suo tranquillo bosco. Red tornò a guardare la padrona e lei fissava la superficie immobile del lago mentre lo accarezzava dolcemente

- Non sono sola, Red. Ho te, la mia terra, la mia gente, non siamo soli. Ho sofferto molto ma Melissa più di me e se io ora l’abbandono con suo figlio ad un futuro incerto, continueremo a soffrire tutti e tre inutilmente. Abbiamo bisogno l’una dell’altra e non possiamo perderci di nuovo. Sarà bene tornare a casa. Sarà in pena e nelle sue condizioni deve stare tranquilla! – Red non aveva capito ciò che la sua padrona stava dicendo, ma abbaiò felice quando lei si alzò dirigendosi verso la fattoria: aveva capito che tornavano a casa. La fattoria era tutta illuminata, la stavano aspettando, anche Melissa l’attendeva nella sua camera: aspettava una sua parola, una parola che avrebbe deciso della sua vita. Kathie affrettò il passo decisa a porre fine al più presto al tormento della sorella. Entrò in casa dove incontrò lo sguardo preoccupato di George, gli sorrise, salì al piano superiore e velocemente raggiunse la stanza da letto di Melissa. Lei l’aspettava e quando Kathie entrò il viso le s’illuminò di felicità perché era tornata sana e salva, il resto non contava

- Melissa, dobbiamo crescerlo bene questo bambino, perché un giorno sarà il padrone qui! – le disse dolcemente

- Non sei arrabbiata con me? -

- No. Sento ancora un po’ di dolore al cuore ma sta già passando. Avresti dovuto dirmelo prima però! – la rimproverò

- Avevo paura di tornare a vivere con la mia solitudine! -

- Lui sa del tuo stato? -

- Sì, ma tra quattro mesi sposa una duchessa! -

- Che stupido! Preferire a due principesse come noi, una semplice duchessa! – scherzò Kathie – Ora riposa, sarai stanca ed anch’io ho bisogno di riposo -

- Sai, Kathie, sei la sorella più in gamba del mondo! -

- Sì, lo so, ma che resti fra noi, anche tu non sei male! -

Kathie divenne ogni giorno più affettuosa e premurosa nei confronti della sorella, costringeva a riposare accollandosi tutto il lavoro della fattoria. La vedevano all’alba già a cavallo del suo stallone, il fucile a tracolla e niente le sfuggiva, attenta a cogliere ogni minimo particolare fuori posto. L’annata si prospettava abbondante, proprio ciò che occorreva per riempire i magazzini provati da un inverno difficile. La sera, stanca ma soddisfatta, sedeva davanti al camino acceso con Melissa. Facevano progetti sulla fattoria e su di loro, ma parlavano soprattutto del bimbo che stava per nascere e che Kathie sentiva un po’ anche suo.

La Primavera tornò a dare vita alla natura che, per tanto tempo, aveva dormito sotto una coltre candida. Il lavoro aumentò e tutti si davano da fare. Kathie non si tirava indietro: era la prima ad iniziare al mattino presto, l’ultima a smettere la sera tardi. I mesi passavano e la fattoria prosperava sotto l’occhio vigile della giovane padrona. Anche l’estate era prossima ma ciò sembrava preoccupare molto Kathie ed anche se tentava di essere serena davanti alla sorella, Melissa se ne accorse.

- Che cosa c’è che non va, Kathie? -

- Va tutto bene! -

- Non mentirmi. Te lo leggo negli occhi! -

- D’accordo. Come avrai notato, da molti giorni ormai non piove ed il terreno ha bisogno di acqua. Il grano ne soffre ed il raccolto va perdendo consistenza. Se la situazione continuerà a persistere saranno guai seri -

- I magazzini in quali condizioni sono? -

- Non molto buone! Domani faremo un inventario. Purtroppo è l’acqua il problema maggiore. Il fiume si sta asciugando giorno per giorno! -

- Vedrai che ce la caveremo. Abbiamo superato un brutto inverno, supereremo anche questo periodo che non durerà a lungo -

- Lo spero proprio Melissa! -

La mietitura non diede grandi risultati ma almeno riuscirono a riempire un po’ i magazzini ma l’acqua non arrivava. L’erba era bruciata sotto il sole estivo, mai stato così terribile da quelle parti, gli animali morivano di sete ed anche di fame e malattia. Altri furono costretti ad ucciderli per sfamare le famiglie dei contadini. Vecchi e bambini erano le vittime della carestia e Kathie vagava di casa in casa cercando di aiutare la sua gente privandosi lei stessa del cibo. Amava i suoi animali ma più di una volta aveva dovuto impugnare la pistola per dare il colpo di grazia, per alleviare le sofferenze a molti dei suoi cavalli, cani ed anche animali del bosco. Anche il suo magnifico stallone si ammalò e, con la morte nel cuore, Kathie fu costretta ad eliminarlo.

- E’ la fine! – esclamò sconsolata Kathie.

- No, non è finita. Non finirà se non ci arrendiamo. Ce la faremo! – la incitò con foga Melissa. Si alzò per abbracciare la sorella e darle coraggio ma non ce la fece e dovette aggrapparsi a lei. Kathie chiamò soccorso ed aiutata da George, trasportò la sorella nella sua stanza da letto. Mandò a chiamare il dottor Jansen, che accorse giusto in tempo per preparare la giovane ad un parto difficile. Kathie rimase accanto alla sorella, non l’abbandonò neanche per un secondo. Finalmente il piccolo venne alla luce: era un bel maschietto come avevano sperato.

- Sei stata bravissima! È un bambino bellissimo, forte e sano. Lo cresceremo come si conviene al futuro padrone della fattoria! – si complimentò Kathie.

- No, non lo vedrò crescere! -

- Cosa stai dicendo, Melissa? -

- Mi resta poco ormai. Ho dato la mia vita per quella di mio figlio. Spero che la impieghi meglio di quanto abbia fatto io con la mia. Ti ho fatto del male, molto male ma so che mi hai perdonata e ciò mi consola. Perché posso andarmene serena però, occorre che tu mi prometta che avrai cura del mio bambino! -

- Lo crescerò e lo amerò come fosse mio. Ci sarai anche tu ad aiutarmi però! -

- No, Kathie, non ci sarò! Vi sarò sempre vicina, anche se non ci sarò. Promettimi che continuerai a lottare affinché la fattoria risorga! -

- Te lo prometto! – le rispose la sorella con un nodo alla gola.

Kathie rimase al capezzale della sorella fino all’ultimo respiro di lei: l’alba del nuovo incontrò un sorriso felice sul volto sereno della giovane donna, il suo ultimo sorriso. Kathie sentiva la disperazione pervaderle l’animo, avrebbe voluto essere al posto di Melissa.

- Coraggio, ora deve pensare al piccolo! – la esortò George accompagnandola affettuosamente verso la stanza del bimbo. Il piccino giaceva sveglio nella sua culla e Kathie si sentì colmare di tenerezza.

- Radunate tutti quanti davanti alla casa! – ordinò con voce ferma e sicura. Un’ora dopo si presentò davanti alla sua gente così duramente provata dalla carestia.

- Vi ho chiamato per annunciarvi la prematura e dolorosa scomparsa di mia sorella Melissa, la quale ha voluto lasciarci più che un ricordo di sé: suo figlio! – prese il piccolo dalle braccia dell’anziana cuoca – Ecco John Spencer Davis! -

Uno dei contadini più anziani si avvicinò alla padrona ed al piccolo

-E’ un bambino bello e sano, possa Dio conservarlo in questo stato e donargli saggezza ed intelligenza!- Improvvisamente una nube offuscò il sole, il caldo era insopportabile nonostante l’ora mattutina non fosse avanzata. Un tuono fece tremare i vetri ed un lampo squarciò il cielo, mentre le prime gocce di una pioggia rigeneratrice cadevano sui contadini che scrutavano in silenzio le nubi. Un grido di gioia esplose fra quella povera gente, i bambini si scatenarono per l’aia. Kathie guardava i suoi contadini abbracciarsi, ballare, schiamazzare per la gioia. Il bambino dormiva sereno fra le sue braccia e con un sorriso la giovane donna lo alzò in aria e gridò – Benvenuto, piccolo! -

La gente applaudì

– Ed ora al lavoro – li esortò.